L’attaccante norvegese deve fare i conti con il suo primo periodo no con il City di Guardiola. Ma ora l’astinenza di Haaland preoccupa.
Mentre il periodo storico del calcio, segnato da fenomeni come Cristiano Ronaldo e Messi, va verso il tramonto, allo stesso tempo emergono altri talenti impressionanti che potrebbero prendere il loro posto.
Tra questi vi è sicuramente Erling Haaland. L’attaccante norvegese ha dimostrato in questi anni di essere una vera macchina da gol, oltre ad avere doti tecniche e fisiche fuori dal comune.
Ma il centravanti del Manchester City sta affrontando per la prima volta da quando è in Inghilterra una vera e propria crisi di gol. Da alcune giornate il norvegese è a secco e ora la sua astinenza inizia a preoccupare Guardiola. I numeri sono impietosi e c’è chi si chiede che cosa sta succedendo al fenomeno dei Citizens.
Non è il momento migliore della sua carriera quello che sta vivendo Erling Haaaland. L’attaccante norvegese ha iniziato, come al solito, la sua stagione alla grande, mettendo subito a segno dei gol decisivi e risultando tra i migliori della Premier e in Europa. Ma qualcosa sembra essersi rotto proprio nelle ultime giornate.
Haaland è a secco di gol da ormai 350 minuti. Un dato impressionante per quello che è attualmente il capocannoniere della Premier con 10 gol (tallonato da Palmer e Mbeumo B., entrambi a 6 reti). L’attaccante del City ha segnato tutti i gol nelle prime cinque partite, ma poi si è fermato senza riprende a macinare gol come ha abituato i suoi tifosi e, soprattutto, Guardiola.
Haaland non segna da quasi quattro partite. Un’assenza, quella del capocannoniere e miglior marcatore della nazionale norvegese con 34 gol, che sta lasciando senza parole anche gli addetti ai lavori. Nella partita del City contro il Wolverhampton, vinta dal Manchester City, Haaland non è riuscito a segnare e ha quindi concluso la partita a secco.
Oltre allo zero sula tabellino marcatori, Haaland deve anche fare i conti con il dato sui contrasti vinti: nemmeno uno. L’attaccante norvegese ha toccato per tutta la partita solo 13 palloni, di cui solo 4 si trovavano nell’area avversaria. Numeri impietosi che non danno il giusto valore a una delle punte più forti al mondo. Periodo di difficoltà fisiologica o inizio di una crisi nera? Solo il tempo e i prossimi match potranno rispondere a questa domanda.