Clamoroso in Turchia, 13 anni di carcere per lui | Caos senza precedenti
Ciò che è successo ha dell’incredibile e trascende il calcio giocato. Sono 13 gli anni di carcere dopo ciò che di clamoroso è successo in Turchia.
Non è affatto raro che, nel mondo del calcio, la passione per il calcio giocato possa andare oltre i confini del campo, trasformandosi in episodi che vanno ben oltre la semplice competizione sportiva.
Quando si parla di calcio, spesso a far notizia sono i risultati sportivi, le imprese dei calciatori e le vittorie (o le sconfitte) maturate. Tuttavia, ci sono occasioni in cui la cronaca sportiva si trasforma in cronaca giudiziaria. In questi casi lo sport c’entra ben poco e il passaggio dal campo al tribunale può essere piuttosto rapido.
Ha fatto molto scalpore, infatti, una vicenda ha attirato l’attenzione di tutto il mondo sportivo e non solo. Nello specifico, una condanna pesantissima di 13 anni di carcere per un gesto gravissimo che farà discutere ancora molto. Ecco che cosa è successo in Turchia e perché ha del clamoroso.
Chiesti 13 anni di carcere
Clamoroso ciò che sta succedendo in Turchia. Protagonista, in negativo, della vicenda è Faruk Koca, ex presidente dell’Ankaragucu e reo di aver colpito, lo scorso 11 dicembre, l’arbitro Halil Umit Meler. L’episodio è avvenuto in una partita della squadra turca, finita poi 1 a 1.
Secondo quanto riportato da SportFace.it, il pubblico ministero ha chiesto per Koca ben 13 anni di carcere. L’uomo deve già fare i conti con una pesante squalifica a vita dal mondo del calcio, ma ora la sua situazione si complica ancora di più.
“Ti ammazzo”
A rendere sempre più complessa la situazione giudiziaria di Koca sono state le minacce rivolte all’arbitro durante il match. Secondo quanto riportato dalla stampa locale, infatti, Koca avrebbe urlato “Ti ammazzo” al direttore di gara, rifilandogli anche dei calci mentre la vittima era già a terra.
A condannare il gesto è stato lo stesso presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdogan, in quanto iscritto al suo stesso partito. Dopo l’episodio l’arbitro aveva risposto ad alcune domande al quotidiano turco Hurriyet, affermando di non voler perdonare il suo aggressore: “Non lo dimenticherò mai”.