Il destino del francese si tinge di giallo. Ecco dove potrebbe andare e perché a Torino forse non si erano poi sbagliati sul suo conto.
Durante questa estate di calciomercato si è soliti concentrare l’attenzione sulle classiche operazioni in entrata e in uscita, soffermandosi soltanto successivamente sui possibili rinnovi di contratto. Stiamo parlando di quei giocatori che per un motivo o per un altro decidono di legarsi al proprio club anche per il futuro che verrà.
Chiamatela fedeltà o gratitudine fatto sta che non tutti i giocatori sono disposti a prolungare un sodalizio che dal punto di vista tecnico e soprattutto economico può portare degli indubbi vantaggi. Nella nuova Juventus di Thiago Motta ad esempio Adrien Rabiot ci ha tenuto a comunicare la sua voglia di cambiare aria.
Niente di male in un contesto in cui altri giocatori sono stati messi fuori rosa perché considerati non più parte integrante del progetto. Nel caso del francese tuttavia ci sono anche altre variabili in gioco, con la corsa a un ingaggio più alto che alla fine ha fatto la differenza su quale strada prendere arrivati al bivio.
Il giocatore uno sforzo l’aveva fatto l’anno scorso, confermando la propria presenza ad Allegri ma le cose sono cambiate e gli interessi del giocatore (e del suo entourage) sono diventati prioritari.
In questo tira e molla tra il club e il calciatore emerge una prima verità. La Juventus non ha voluto diventare ostaggio di Rabiot e delle sue richieste. Va bene pretendere un ingaggio più alto ma a volte si rischia di rimanere soli.
Superata la metà di agosto il calciatore è ancora senza squadra e non sembrano esserci all’orizzonte delle trattative già impostate. Ecco cosa potrebbe accadere adesso.
Cinque anni di Juve e lo status acquisito di calciatore di primo piano. Secondo La Gazzetta dello Sport ora il francese vorrebbe la Premier League. Una nuova esperienza in un campionato che ancora non conosce del tutto. Ecco chi sarebbero le squadre interessate al centrocampista.
Arsenal, Chelsea, Liverpool, United e Galatasaray. Tutte in fila, alcune di queste convinte di avere argomenti migliori per trattare con il giocatore e con la madre. Altri club hanno deciso di rinunciare a priori, stanchi di dover intavolare dei veri e propri incontri di “pugilato” tra commissioni e ingaggi stratosferici. Il destino per ora sta sorridendo alla Juve e meno al giocatore.