Lascia il campo per lavorare in fabbrica | L’azzurro ha preso la sua decisione: cambia per sempre la sua vita
La decisione fa discutere ma può essere condivisibile dopo anni spesi tra sudore, disciplina e prestazioni a tutti i costi.
Dalla televisione o dai giornali spesso riusciamo a percepire soltanto gli aspetti positivi di una vita trascorsa sotto i riflettori. In realtà diventare uno sportivo professionista e poi mantenere alti i propri standard non sono passaggi affatto scontati e richiedono grandi sacrifici.
Al di là della disciplina in sé, più o meno faticosa, contano l’impegno, la costanza e soprattutto la testa. Potremmo stilare velocemente una lista di atleti (in particolare calciatori, ndr) che non ce l’hanno fatta proprio a causa di limiti comportamentali o caratteriali.
Chi è riuscito ad arrivare in cima invece può guardarsi alle spalle e tracciare un bilancio di quanto compiuto. La vittoria non è di tutti ma alcuni traguardi personali valgono molto di più. Non si tratta infatti soltanto di sport ma di vita. Superati i propri limiti, cosa c’è oltre l’orizzonte?
Il protagonista di questa vicenda ha conosciuto gli alti e i bassi di una professione che porta via molto tempo, sottraendolo ad esempio alla vita con la propria famiglia. Ora è arrivato il momento di inaugurare una nuova fase della propria vita.
Oltre la vittoria
Sarebbe interessante sapere che cosa rappresenta per ogni atleta la parola vittoria. In questo caso ci limiteremo semplicemente a raccontare la nuova vita di Alex Schwazer, un campione che ha vissuto molte vite, non solo su una pista da atletica.
Dopo l’ultima gara l’altoatesino ha confermato al Corriere della Sera quali saranno i suoi piani per il futuro. Per chi è nato in quel territorio l’amore per lo sport è un qualcosa che ti può elevare e condurre a un’esistenza incredibilmente emozionante. Il futuro ora sembra più chiaro.
Una nuova vita?
Si può davvero salutare il primo, grande amore di una vita? Schwazer risponde così al Corriere della Sera. Un uomo prima che atleta che ne ha passate tante. “Dall’atletica non mi ritirerò mai: ce l’ho dentro, non si può spegnere il fuoco”.
Quali sono dunque i programmi dell’ex campione? “Se l’atletica non mi vuole, spero che il ciclismo o il calcio siano più aperti. Oppure le aziende e le scuole. Ho molto da raccontare. Non mi vergognerei di fare l’operaio o l’impiegato a Vipiteno. Ma mi conosco: sono più utile quando mi sento produttivo in un ambiente sportivo”.