La vita dello sportivo da quel momento in poi è cambiata per sempre. Ecco il suo racconto ripensando a quei momenti.
Nella vita come nello sport arrivano dei momenti estremamente complicati da gestire nel momento forse più delicato di un’intera carriera. Lavorare nel mondo del calcio ha tanti vantaggi ma altrettanti rischi. Sempre e comunque giudicati dai risultati, sospesi tra la gioia e il dolore.
Il personaggio in questione ha raccontato quanto successo con un nodo in gola. Si è trattato di un qualcosa difficile da dimenticare. Un momento che avrebbe segnato per sempre il suo percorso, condizionandolo probabilmente anche nelle scelte future. Sarebbe stata diversa la sua carriera senza quel passo falso?
A distanza di anni si possono analizzare le cose con la freddezza imposta dalla lucidità ma allo stesso tempo diventa impossibile dimenticare una delusione così grande. A volte la differenza tra il portare a termine una grande impresa e fallire sta proprio nei piccoli dettagli.
La parola retrocessione richiama una crisi che si trascina anche a casa, nella quotidianità e nel rapporto con i propri cari. Un fallimento vissuto in primis sulla propria pelle e che non può quindi avere a che fare soltanto con il proprio mestiere e quindi con il calcio.
L’ex calciatore dell’Inter Walter Zenga ha parlato così ai microfoni di Sky Sport della sua esperienza più difficile da allenatore. Nonostante le premesse fossero più che incoraggianti il campo ha detto altro e il club è stato condannato alla retrocessione.
A distanza di anni l’uomo ragno non può nascondere le ferite e la grande delusione patita in quell’occasione. Il legame con il club e con il territorio hanno amplificato poi certe emozioni. Ecco come l’allenatore ha affrontato quel momento così particolare.
È stata un’esperienza che lo ha segnato in maniera particolare. Stiamo parlando della retrocessione con il Crotone. “Quando arriva il fallimento è come se tu morissi – ricorda Zenga – sportivamente parlando, lasciandoci il cuore e tutto quanto”. Un momento del percorso dell’ex portiere che rimarrà per sempre indelebile nella memoria.
Ecco cosa è cambiato in lui dopo quell’esperienza in Calabria: “Non sono più riuscito a essere me stesso. Un conto è se vieni sconfitto 5-0 ma quando sei sconfitto a 1 centimetro dal traguardo è peggio”. Nonostante un bel calcio espresso, i calabresi non riuscirono a scrivere una sorprendente pagina di storia sportiva.